i cicli di vita di erikson
I cicli di vita di Erikson
- Erik Erikson:
- è stato uno psicologo e psicoanalista tedesco naturalizzato statunitense
- ha assunto particolare rilievo per aver inserito i problemi della psicoanalisi infantile in un contesto di ricerche antropologiche e sociologiche
- lo psicologo Erik Erikson sviluppa l'idea della vita come una successione di fasi che arrivano al loro compimento, entrano in crisi e passano a quella successiva.
- Erikson chiama le fasi dell'esistenza:
- cicli di vita:
- questi finiscono con crisi che vanno risolte positivamente
- una crisi risolta male poi viene trasmessa alle fasi successive.
- sono suddivisi in 8 fasi:
- l'infante dipende completamente dagli altri
- deve sviluppare un senso di fiducia verso i genitori e verso il suo ambiente
- se non sviluppa questo senso di fiducia avrà ansie e problemi di relazione, molto spesso fino all'età adulta
- 2. Fase: dai 1-3 anni:
- l'infante è in grado di prendere decisioni semplici
- muove i suoi "primi passi"
- I genitori gli correggono gli errori senza traumatizarlo così crescerà con un sano senso di indipendenza
- 3. Fase: dai 3-6 anni:
- nascita dell'iniziativa personale
- impara a conoscere le conseguenze delle sue azioni
- sviluppa il primo senso di responsabilità
- un cattivo sviluppo della responsabilità può portare a un eccessivo senso di colpa e alla rinuncia della indipendenza
- 4. Fase: dai 6-12 anni:
- 5. Fase: Adolescenza dai 12-18 anni
- la persona si fa domande sui propri ruoli nella vita quotidiana
- crisi d'identità → di questo periodo è quella più importante per lo sviluppo della persona
- 6. Fase: dai 19-40 anni:
- le persone sono giovani adulti
- è importante sviluppare relazioni intime di amicizia e di amore
- senso di produttività basato sulla famiglie e sul lavoro
- occuparsi di altra gente, se questo non succede l'attenzione va a se stesso e da un senso di inutilità
- l'individuo riflette sulla vita trascorsa ed a affrontare l'idea della conclusione della propria esistenza
- l'adulto deve imparare a non temere la morte
- questo modello non va considerato in modo assoluto e sempre vero
- non esiste un meccanismo biologico fisso che obbliga a suddividere la vita in questo modo, soprattutto nelle età più avanzate.
Commenti
Posta un commento