Concetti e teorie dell'apprendimento
Concetti e teorie dell'apprendimento
la psicologia nasce nel 1879, ma tarda a svilupparsi come scienza sperimentale.
il 1879 è anche l'anno di istituzione del primo laboratorio di psicologia a Lipsia da parte del fisiologo Wilhelm Wundt
le ragioni di tale "ritardo" sono:
- 1. ragione: è legata al fatto che "fare psicologia" è qualcosa di quotidiano.
- 2. ragione: difficoltà per la psicologia è stata la natura stessa di ciò che c'è da osservare, i processi mentali e psichici, che non sono visibili se non con un'osservazione indiretta o per mezzo dell'introspezione, che era alla base dei metodi di analisi di Wundt.
- 3.ragione: era difficile afferrare un processo con l'introspezione, senza influenzare e modificare ciò che si sta osservando.
- 4. ragione: la messa in discussione dell'idea che noi siamo trasparenti a noi stessi, che possiamo vedere in modo chiaro tutti i processi, meccanismi, e tutte le cause che mettono in moto la nostra vita mentale e il nostro comportamento.
- pochi anni dop Wundt, Freud introduce in concetto di inconscio, che permette all'indagine psicologica delle persone di svilupparsi attraverso l'analisi di comportamenti osservabili.
L'apprendimento come condizionamento
Alla base dell'apprendimento c'è un meccanismo fondamentale
↓consiste nella capacità di
associare e collegare fenomeni
↓che scopre Ivan Pavlov studiano il condizionamento "rispondente", chiamato così
consiste nell'apprendimento di risposte comportamentali a certi stimolo↓
famoso è l'esperimento di Pavlov condotto sui cani.
il condizionamento operante:
il condizionamento pavloviano è stato ripreso da Burrhus Frederic Skinner, che investigò il tipo di apprendimento per prova ed errori.
↓
questo tipo di apprendimento si chiama condizionamento operante:
- in quanto l'organismo apprende un comportamento attivo e nuovo
↓
- l'apprendimento del comportamento corretto viene velocizzato per mezzo di premi nel caso di risposte corrette ("rinforzo positivo") o di punizioni o dell'assenza di premi per quelle sbagliate ("rinforzo negativo")
Secondo Skinner l'uomo non è un essere libero e responsabile dei propri atti, ma solo il frutto della sua educazione e delle sue esperienze.
il comportamentismo:
- filone di ricerca importante della psicologia generale, di cui Skinner è un esponente di spicco.
Lui ritiene che per uno psicologo è possibile studiare solo i comportamenti osservabili di una persona e non l'interiorità.
Watson propone:
- di limitare le proprie considerazioni a ciò che si può osservare con certezza, quindi movimenti muscolari e reazioni corporee
- e di andare alla ricerca dei nessi tra gli stimoli che un organismo riceve e la sua risposta a questi stimoli.
L'esperienza → causa dell'insieme dei condizionamenti che formano l'individuo. Secondo il comportamentismo tutto è acquisito e nulla è innato.
L'apprendimento del linguaggio e la crisi del paradigma comportamentista
Le persone credono normalmente di imparare una lingua, per semplice imitazione di ciò che sentiamo o leggiamo.
Si è progressivamente giunti alla conclusione che gli esseri umani siano dotati di una "grammatica innata" che giuda l'apprendimento linguistico.
Noam Chomsky ha messo in discussione:
- l'idea che il linguaggio venga appreso nel corso dello sviluppo per semplice imitazione e per mezzo di associazioni tra parole e cose.
→ secondo lui l'ambiente esterno fornisce solo gli stimoli necessari per attivare la nostra capacità linguistica ma non può essere l'unica fonte di apprendimento del linguaggio.
le lingue del mondo sono molto diverse tra loro, nel profondo seguono tutte delle regole comuni innate, che costituiscono → "grammatica universale"
L'età critica
↓
la capacità di imparare così velocemente una lingua scompare, perché il cervello assume una struttura definitiva.
l'apprendimento secondo cognitivismo
il cognitivismo ritiene:- fondamentale creare descrizioni dei processi interiori
- la mente umana prodotto di una lunga evoluzione
il cognitivismo → filone della psicologia contemporanea, che studia la mente paragonandola a una specie di elaboratore di informazioni dotate di input e che infine produce un output sotto forma di comportamento.
input → acquisizione di dati; processi di trasformazione e calcolo, memoria.
I diversi stili cognitivi
gli stili cognitivi riguardano le strategie utilizzate per analizzare le informazioni e non riguardano le
abilità possedute.
Gli stili possono essere distinti su diversi livelli.
1.livello: preferenze individuali sul modo in cui avviene l'apprendimento e vengono trasmesse le conoscenze.
2.livello: gli stili di elaborazione delle informazioni, ovvero gli "stili cognitivi" veri e propri con cui una persona accumula conoscenze, esperienze, le rielabora e le riutilizza.
3.livello: aspetti legati alla personalità di un individuo, alle sue motivazioni ad apprendere o a ragionare sui problemi.
Psicologi hanno sviluppato modelli molto differenti sugli stili cognitivi, che si distinguono tra:
- sistematico/intuitivo: il modo di formulare ipotesi, procedere nel ragionamento e nell'apprendimento;
- globale/analitico: il livello di globalità o dettaglio nell'esaminare ipotesi e problemi;
- impulsivo/riflessivo: il livello di facilità nel prendere decisioni o nell'agire attivamente nel processo di apprendimento;
- verbale/visuale: il modo preferenziale per acquisire informazioni;
- convergente/divergente: si evidenzia nel pensare, ragionare, proporre soluzioni.
Robert J. Sternberg sviluppa un modello in cui suddivide gli stili di pensiero e apprendimento
in 4 categorie generali:
- stile monarchico: quando una persona ama fare una cosa alla volta, impegnandovi quasi tutte le energie e risorse;
- stile gerarchico: quando una persona ama fare molte cose contemporaneamente e stabilisce priorità;
- stile oligarchico: quando una persona ama fare cose contemporaneamente, ma ha problemi nello stabilire priorità
- stile anarchico: quando una persona ama avere un approccio casuale nella risoluzione di problemi, non ama la costrizione ad essere guidata.
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